DRONI A SERVIZIO DELL’AMBIENTE

Anche se l’opinione pubblica si occupa del tema a fasi alterne, e se l’attenzione al problema sembra destarsi solo a seguito di notizie di cronaca, l’emergenza sanitaria legata all’amianto, più esattamente alle fibre di amianto, è di preoccupante attualità.

Infatti, i materiali contenenti fibre di amianto, in particolare le lastre di “ondulina Eternit”, utilizzata ampiamente sulle coperture degli edifici, sono ancora diffusamente presenti sul territorio, più di quanto si possa immaginare, e questo nonostante si parli da anni del loro smantellamento e smaltimento.
Le fibre di amianto hanno una azione deleteria nei confronti del nostro organismo.
I tragici effetti sanitari, lentamente sempre più evidenti, hanno evidenziato, senza possibilità di replica, la pesante azione cronico-irritativa e le capacità di induzione cancerogena a carico dell’apparato respiratorio, con aspetti addirittura “patognomonici” cioè di unica ragionevole ed effettiva causa-effetto, per quanto riguarda la comparsa del mesotelioma maligno della pleura. (Fonte: Ministrero della salute).
A cominciare dal 1991, la normativa italiana a intrapreso un percorso di rimozione del rischio da esposizione alle fibre di amianto, dapprima nei confronti dei lavoratori delle aziende produttrici di manufatti contenenti fibre di amianto, e poi nei confronti di tutti i cittadini, che vivono esposti a questo rischio a causa della vicinanza a tali materiali.
Con il passare del tempo, la situazione non può far altro che peggiorare. Il progressivo deterioramento delle matrici cementizie che contengono fibre, causerà negli anni un aumento del rilascio di fibre, e quindi un aumento del rischio.
L’unico modo per combattere questa guerra contro il tempo è quello di intervenire sulla causa, trattando, rimuovendo e smaltendo i materiali incriminati, seguendo un percorso virtuoso.
Il punto di partenza di questo percorso è il censimento, ovvero l’individuazione e, soprattutto, la mappatura, dei manufatti pericolosi.
Può sembrare un problema di semplice soluzione per le P.A., ma non lo è.
Senza una metodica efficace combinata con l’utilizzo di tecnologie innovative affidabili, si rischia di perdere tempo inutilmente.
É per questo che Air Abruzzo e Res.Gea, Aziende innovative con la tutela ambientale nel codice genetico, sono scese in campo, dispiegando le armi della tecnologia e dell’innovazione per combattere questa guerra.
Le due Aziende, infatti, hanno siglato un accordo per sfruttare le sinergie derivanti dalla condivisione dei rispettivi asset.
Attraverso l’utilizzo intelligente del telerilevamento, ovvero l’acquisizione di dati da remoto sfruttando vettori multipiattaforma, associato al trattamento dati in ambiente GIS, è possibile ottenere dei risultati di eccellente qualità in poco tempo.
Antonello Di Matteo, Accountable Manager – Air Abruzzo S.r.l.:
”Abbiamo accettato la sfida propostaci da Res.Gea sia per l’importanza di questo tema dal punto di vista ambientale, e sia per gli stimoli che il progetto offre alla nostra crescita professionale. Come Azienda leader sul territorio nel settore dei servizi di lavoro aereo tramite droni, siamo interessati ad un ampliamento dei nostri campi di applicazione, e siamo anche certi che, grazie alla nostra esperienza, possiamo apportare un grosso contributo in numerosi ambiti.
Giuseppe Pomposo, Research Manager – Res.Gea S.r.l.:
“Oltre a produrre il dato più valido sotto il punto di vista scientifico, siamo competitivi anche dal punto di vista economico. La forza e l’unicità del metodo, infatti, stanno nell’aver progettato e realizzato una serie di algoritmi esclusivi in grado di elaborare immagini multispettrali ad alta/altissima risoluzione di tipo commerciale, pertanto molto economiche, o addirittura totalmente gratuite per gli enti pubblici o le pubbliche amministrazioni che decidono di avvalersene”
Il metodo è stato ormai testato su quasi 20.000 Kmq, in 16 Regioni Italiane, ed è ormai diventato il nuovo standard di riferimento.
L’utilizzo dei droni per questo fine ha comportato un grosso lavoro anche a livello autorizzatorio, in quanto le aree sottoposte a monitoraggio sono sovente inserite in contesti urbani, dentro ATZ aeroportuali, zone industriali, etc.
É stato attivato, quindi, un dialogo con ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile che regola il settore, al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni.
A tal proposito, sarà a breve proposto ad ENAC anche una attività sperimentale per condurre le ispezioni in condizioni BVLOS (beyond visual line of sight) ovvero oltre la visuale del pilota, al fine di ampliare le aree sottoposte a monitoraggio.
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