Ricerca ordigni inesplosi

Ancora una volta siamo stati coinvolti con i nostri droni in una attività di indagine del sottosuolo per valutare il rischio legato alla presenza di ordigni bellici inesplosi.

In questo articolo è descritto un altro lavoro simile.

Si tratta di una valutazione necessaria ogni qual volta si realizzano scavi nell’ambito della realizzazione di un’opera.

Ma che c’entrano i droni con una indagine del sottosuolo?

In prima battuta le due cose sembrano essere completamente disgiunte.

In realtà non è così. Infatti, in molti casi, l’indagine del sottosuolo non può essere portata a termine con le metodiche classiche, quelle che prevedono il trasporto della strumentazione con mezzi su ruote o a mano.

Ci era già capitato, ad esempio, un caso in cui l’indagine doveva essere svolta su un campo con la presenza di una coltivazione di mais già alto, oppure un caso in cui l’area da indagare molto estesa (26 Ha), troppo per condurla in maniera sostenibile con le metodiche tradizionali.

Nel caso in questione, ancora una volta, le condizioni del cantiere non consentivano di condurre l’indagine con tempi e costi sostenibili, se non utilizzando le nostre tecnologie a bordo dei droni.

Il cantiere in specie è quello per la realizzazione di opere di sistemazione idraulica e di stabilizzazione dei versanti di una serie di bacini sul pendio di una montagna.

A causa della vegetazione fitta e, soprattutto, della orografia accidentata, trasportare in giro la strumentazione “via terra” risultava estremamente difficoltoso.

Siamo allora intervenuti con un drone di medie dimensioni, molto potente, dotato di un magnetometro in grado di fissare i valori del campo magnetico locale e di geo-referenziarne i dati. In particolare, lo strumento rileva le variazioni eventuali del campo magnetico terrestre indotte dalla presenza di oggetti di metalli ferrosi.

Con il drone è stato possibile raggiungere anche le zone più difficili, ma per avere risultati affidabili era necessario che il drone volasse ad una distanza ridotta dal suolo (un paio di metri). Ancora una volta, quindi, l’ingrediente segreto per la corretta riuscita delle operazioni è stato quello di avere piloti esperti.

Una volta verificati i dati sul campo, siamo tornati in ufficio per la elaborazione degli stessi e per la produzione di una mappa magnetometrica geolocalizzata. Questa, unitamente alla relazione tecnica a firma di un nostro ingegnere, fornirà supporto al CSE per effettuare la valutazione in questione.

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