Droni per irrorazione e distribuzione

Nel corso del 2023, in Italia, l’utilizzo di droni in agricoltura ha avuto una impennata.

Questo è il motivo per cui Air Abruzzo, forte di 10 anni di esperienza con i droni, ha instaurato una collaborazione stretta con Aermatica3d, distributore italiano ufficiale dei droni DJI per l’Agricoltura.

Questo non vuol dire solo “vendere” droni, ma anche offrire la formazione e l’addestramento, l’affiancamento nei primi utilizzi, l’assistenza nell’affrontare gli iter autorizzativi, la consulenza sui possibili utilizzi e la manutenzione delle macchine.

Ma cosa si può fare con questi droni?

Si può irrorare prodotti a base liquida sui campi e sulle colture, a pochi metri di altezza, attraverso sistemi di nebulizzazione innovativi, che ottimizzano l’utilizzo del prodotto.

Alla stessa maniera è possibile distribuire prodotti in forma granulare, di polveri, o anche capsule per la lotta biologica (vedi anche questo nostro articolo).

Ammendanti, sostanze di base, concimi, insetti utili, etc. ma la cosa interessante è stanno uscendo tanti prodotti utili, soprattutto sul fronte dell’agricoltura biologica, e ci sono tante sperimentazioni su nuovi prodotti su varie colture. Questo lascia ben sperare sulla diffusione di queste metodiche in agricoltura, anche in Italia che presenta caratteristiche del territorio peculiari.

I vantaggi principali nell’utilizzo dei droni sono i seguenti:

  • Ottimizzazione del prodotto e riduzione degli sprechi, grazie all’utilizzo di missioni automatiche di precisione;
  • possibilità di trattare sempre, anche appena finito di piovere;
  • Irrorazione direttamente sulla pianta;
  • L’addetto non viene a contatto col prodotto, salvo la fase del caricamento;
  • migliore ergonomia, la missione viene controllata da lontano, comodamente sullo schermo;

Ma i droni portano troppo poco prodotto…

Non è vero. I modelli che sono in commercio oggi portano dai 30 ai 50 litri di prodotto per volta.
Questi quantitativo consentono di trattare un paio di ettari per volta, poi si riempie il serbatoio e si approfitta per cambiare le batterie e si riparte.

In questo modo si possono trattare decine di ettari ogni giorno per ciascun drone.

Il limite, se vogliamo, è che la normativa italiana, ed anche europea, non consente ancora l’irrorazione di fitofarmaci per via aerea, compresi i droni. Questo limite è contenuto nell’articolo 13, comma 1 del Decreto n. 150/2012 del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) il quale ha recepito la Direttiva europea 2009/128/CE che proibisce questa pratica, salvo circostanze specifiche e solo con apposite deroghe. 

E’ un divieto nato dalla esigenza di limitare la dispersione dei agrofarmaci nell’ambiente, ma se ciò aveva senso per gli aeroplani e gli elicotteri, non è più attuale se applicata sui droni che, invece, riducono al minimo questo problema.

Si può chiedere una deroga. La richiesta deve essere emessa dalle Regioni  previo parere favorevole del Ministero della salute e sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

La deroga può essere richiesta quando sono presenti evidenti vantaggi in termini di salute umana e ambientale, che è proprio il nostro caso. Però la procedura, come al solito, è un pò lunga.

In altri paesi europei più lungimiranti è già stata concessa una deroga permanente, ovvero valida sempre in determinate condizioni. Tutto lascia pensare che anche in Italia questo muro cadrà, speriamo presto.

Nel frattempo si stanno già utilizzando i droni con successo, per irrorare prodotti non catalogati come agrofarmaci.

Irrorazione con drone
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