Questi acronimi sono ormai noti a tutti coloro che sono interessati alla tecnologia degli UAS (di seguito denominati “droni”), ma non sempre se ne coglie il corretto significato. Vediamo di sfatare qualche mito.
Innanzitutto VLOS sta per “visual line of sight”. Le condizioni di volo VLOS, quindi, sono quelle in cui il pilota remoto (ovvero il pilota che controlla il drone a distanza) tiene il drone in vista. In altre parole, il pilota vede il drone direttamente, senza l’ausilio di apparati ottici, ad esempio cannocchiali (gli occhiali non sono considerati ausili ottici in questo senso).
BVLOS sta per “beyond visual line of sight”, cioè oltre la linea di vista. Le condizioni di volo BVLOS, quindi, sono quelle in cui il pilota non vede il drone. Ciò può essere dovuto alla distanza tra pilota e drone o alla interposizione tra questi di ostacoli fisici.
Qual è la distanza massima per operazioni in VLOS?
Non c’è una distanza massima predefinita. Questa deve essere stabilità dal pilota e dipende da tante condizioni: le dimensioni del drone, la sua forma, i colori, le condizioni di visibilità del momento, la capacità visiva del pilota, lo sfondo, la presenza di ostacoli, etc.
Già si intuisce che le operazioni BVLOS sono intrinsecamente caratterizzate da un valore del rischio più alto rispetto a quelle VLOS, in quanto il pilota non può confidare nel contatto visivo per evitare le collisioni con ostacoli o altri aeromobili, ma deve ricorrere ad altre strategie (utilizzo di osservatori, dati di telemetria, ritorno video, etc.).
Questo è il motivo per cui le operazioni BVLOS non sono consentite in categoria OPEN, categoria in cui al pilota sono richieste competenze di rango inferiore.
Le operazioni BVLOS rientrano in categoria SPECIFIC (o CERTIFIED, ma per il momento sorvoliamo su questa categoria), per la quale il pilota deve conseguire uno specifico Attestato e possedere delle competenze ulteriori rispetto alla categoria OPEN.
Pilotare un drone in FPV “first person view”, cioè utilizzando degli occhiali o visori che riproducono le immagini della camera frontale a bordo del drone, non è considerata una condizione di volo VLOS in quanto il pilota non vede il drone. Vede le immagini dal punto di vista del drone, ma non il drone.
Il pilota in queste condizioni non riesce a controllare tutto lo spazio aere intorno al drone, ma solo una porzione, quella davanti alla telecamera.
Tale tipologia di volo è consentita in categoria OPEN solo se accanto al pilota c’è un’altra persona che tiene il drone in vista e comunica direttamente con il pilota.
Quindi, il volo in FPV può rientrare in categoria OPEN se c’è una persona che supporta il pilota a mantenere una separazione tra il drone e gli ostacoli, nonché ad evitare che il drone esca dall’area delle operazioni, nonché ad evitare che il drone possa interferire con altri aeromobili.
Questa persona che assiste il pilota deve stare accanto al pilota e comunicare con lui direttamente.
Non può stare distante e comunicare con una radio, ad esempio. Quest’ultima è una prerogativa degli “osservatori dello spazio aereo” (airspace observers), che sono assistenti del pilota nelle operazioni in categoria SPECIFIC in condizioni BVLOS, i quali devono essere opportunamente formati per svolgere tale ruolo.
Deve essere chiaro, quindi, che un pilota che vola in FPV senza la persona accanto con le funzioni di cui sopra sta svolgendo una operazione SPECIFIC in condizioni BVLOS, la quale deve essere soggetta a specifica autorizzazione.
Il controllo visivo diretto è considerato il modo più immediato per garantire la sicurezza del volo (safety). In assenza di questo bisogna ricorrere a sistemi o procedure che garantiscano un livello di safety accettabile.
Un esempio (siamo. ribadiamo, in condizioni BVLOS) è quello di utilizzare degli osservatori dello spazio aereo, cioè delle persone appositamente addestrate, che si posizionano a distanza dal pilota in luoghi predeterminati e che sono in comunicazione (via radio e/o altri strumenti) con il pilota stesso, in modo da garantire la copertura visiva di tutto lo spazio aereo dell’area delle operazioni.
Un altro esempio è quello di utilizzare UAS dotati di sistemi in grado di rilevare la presenza di ostacoli o altri aeromobili (sense and avoid) e sistemi di controllo a distanza di tutti i parametri di volo.
Un altro ancora è quello di riservare una porzione dello spazio aereo per svolgere l’operazione, in una area a terra controllata (cioè senza persone non coinvolte all’interno), in modo da ridurre a zero il rischio di causare danni a terzi posti a terra o su altri aeromobili.
E cosi via, si potrebbero fare altri esempi. Naturalmente questi sistemi/procedure possono essere utilizzati anche in sinergia tra di loro.