Un altro drone viene giù

Continuano ad arrivare notizie di fallimenti dei progetti più innovativi ed ambiziosi che riguardano i droni.

Dopo il fallimento annunciato del progetto “Karma”, il drone di Gopro che doveva risollevare il morale (ma soprattutto il valore delle azioni) della regina delle action-cam, è arrivato anche il definitivo “caput” del progetto “Lily” (vedi foto), un selfie-drone che prometteva grandi innovazioni sul fronte della maneggevolezza e del volo automatico.

Ancora più rumoroso è stato il tonfo di big G Google che ha definitivamente abbandonato il progetto “Titan”, drone che avrebbe dovuto portare internet nelle zone del mondo dove ancora non arrivano i servizi terrestri, volando ad altissima quota.

Staranno toccando ferro in casa Facebook, dato che il loro analogo progetto, destinato a portare  il social dove ancora non c’è, utilizzando i droni “Aquila”, ha subito un rallentamento a seguito della distruzione del prototipo a causa di un incidente.

Non se la passano bene nemmeno in casa Parrot, visto che l’Azienda francese sta licenziando a manetta dopo i deludenti risultati nelle vendite dei loro modelli giocattolo.

Tanti altri progetti minori si sono arenati nel mondo e l’unico, incontrastato, vincitore nella gara del business mondiale dei droni sembra essere DJI, il quale continua a sfornare modelli, accessori e software decisamente più “avanti” degli altri, blindando sempre più quello che oramai è diventato un monopolio.

I monopoli non sono mai positivi, mettono i consumatori in condizioni di inferiorità e sudditanza, ma gli “arnesi” DJI vanno dannatamente bene, sia in volo, che nelle vendite, e sarà dura trovare un concorrente degno.

Comunque, guardando oltre i fallimenti ed i monopoli, nel nostro futuro ci sono i droni, senza dubbio, sia sul lato “consumer” che quello “professional”. I droni entreranno a far parte sempre di più delle nostre vite e le possibili evoluzioni di questa tecnologia sono impressionanti.

Altro che selfie!

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