Il pazzo mondo dei droni

I cieli si stanno affollando di droni.

Questi “cosi” volano sopra le nostre teste sempre più numerosi ed il rischio di incidente (qualcuno dovrà pur dirlo) sta crescendo. Si perché giorno dopo giorno cresce il fattore probabilistico.

Che ci piaccia o no, quindi, siamo tutti coinvolti in questa rivoluzione tecnologica e dobbiamo tutti acquisire almeno le competenze minime per comprendere il fenomeno e sapere come comportarci di fronte ad esso.

Spesso mi chiedono se per far volare i droni è richiesta una autorizzazione, oppure chiunque può farlo.

La risposta è: “dipende”.

Se si fanno volare i droni per gioco, infatti, senza scopo di lucro quindi, non serve nessuna autorizzazione. In tal caso, però, si deve rimanere lontano da centri abitati, strutture sensibili, assembramenti di persone, si deve volare di giorno, a bassissima quota…. e tutta una lunga serie di altre limitazioni che sarebbe noioso ed infruttuoso elencare in questa sede.

Per svolgere attività professionale invece è richiesto un riconoscimento da parte di ENAC (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) oppure una vera e propria autorizzazione. Nel caso del semplice riconoscimento l’Operatore attesta, mediante autodichiarazione, di possedere i requisiti richiesti per compiere operazioni non critiche, ovvero operazioni che prevedono un basso livello di rischio (lontano da centri abitati, strutture sensibili, etc…).

In caso di operazioni critiche, ovvero operazioni che prevedono un profilo di rischio più alto (ad esempio su aree popolate), è necessaria una autorizzazione, la quale viene rilasciata da ENAC che attesta la capacità dell’Operatore a rispettare i requisiti richiesti.

In questo caso, quindi, è ENAC che attesta la capacità dell’Operatore e non l’Operatore stesso.

E se si vola indoor?

In tal caso il Regolamento di ENAC non si applica.

Rimane tuttavia, anche indoor, il divieto di sorvolo di assembramenti di persone (divieto che molti Operatori, anche riconosciuti, trascurano incoscientemente!).

Naturalmente l’abusivismo è dilagante. Ai tanti che utilizzano i droni senza alcun titolo si affiancano anche tanti Operatori riconosciuti che effettuano operazioni senza possedere i requisiti richiesti.

Aggiungo che, almeno per ora, il controllo è quasi nullo!

Già! Anche questa affermazione può sorprendere. Ma è così.

I corpi di Polizia sono stati presi alla sprovvista dalla Regolamentazione su questo argomento e non hanno ancora gli strumenti conoscitivi per intervenire e gli abusi rimangono sostanzialmente impuniti.

Una questione molto importante da sapere però, ancora in gran parte sconosciuta o, quantomeno, sottovalutata, è che in caso di operazioni abusive i danni eventualmente cagionati a terzi li deve pagare l’Operatore (o il pilota del drone) insieme al suo eventuale committente. Non c’è nessuna compagnia di assicurazione che interviene.

E se il danno è ingente, o se si procurano lesioni gravi a persone, la faccenda si complica non poco.

Quindi occhio, se qualcuno ci vola sulla testa abbiamo il diritto di chiedere spiegazioni.

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