DRONI PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

Il territorio italiano è particolarmente vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, è cosa risaputa. E d’altronde i segni di questa vulnerabilità sono sotto gli occhi di tutti, basta guardarsi intorno quando si percorre una strada extra-urbana, o quando si costeggia il litorale marino.

Quasi tutte le Regioni italiane, soprattutto quelle appenniniche, sono alle prese con fenomeni di destabilizzazione dei versanti o delle coste che coinvolgono spesso infrastrutture e centri abitati.

Frane, scivolamenti, subsidenze, erosione sono solo alcuni dei fenomeni con cui si manifesta il dissesto. Questi fenomeni vanno combattuti, arginati, possibilmente prevenuti. E per far fronte al problema è necessario conoscerlo, sia in termini di gravità che di estensione del territorio coinvolto ma, soprattutto, in termini di velocità di evoluzione del fenomeno.

Un primo approccio al problema “conoscitivo” del fenomeno di dissesto è quello del rilievo topografico dello stesso che ci consente di definire con precisione l’area interessata e l’entità del fenomeno. Ripetere il rilievo nel tempo consente anche di conoscerne l’evoluzione.

L’utilizzo della tecnica aero-fotogrammetrica, abbinata a quella del rilievo topografico convenzionale, consente di rappresentare il modello del dissesto sotto diversi punti di vista (ortofoto, sezioni, modello digitale di elevazione, etc.). Abbiamo descritto le varie fasi del lavoro in questo articolo.

In un recente lavoro, effettuato in Molise, ci è stato chiesto un rilievo che fosse una base di partenza per la progettazione degli interventi di mitigazione del dissesto, integrativi rispetto a quelli già esistenti.

Si trattava di rilevare un’area abbastanza estesa (circa 20 Ha) con presenza di vegetazione e di strade, fossi, opere di stabilizzazione (palificate, gabbioni, muri di contenimento, drenaggi, etc.), da misurare, riportando l’esito del rilievo sulla carta tecnica.

Necessario, quindi, sia il rilievo topografico tradizionale che quello fotogrammetrico. Sfortunatamente, l’area oggetto del rilievo presentava dislivelli su più direttrici, quindi la pianificazione dei voli con drone è stata particolarmente impegnativa.

Il rilievo drone è stato affinato con una trentina di GCP (ground control point), rilevati con stazione totale ed una serie di misure sulle opere d’arte esistenti.

Al committente, infine, è stato consegnato un rilievo su carta tecnica con sezioni longitudinali e trasversali, una DEM ed una ortofoto dell’area intera.

Un lavoro analogo, ma con ben altri tipi di difficoltà, è stato eseguito su una cava ed è descritto in questo articolo.

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